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La techno è patrimonio culturale dell’UNESCO

Da mercoledì 13 marzo 2024 la techno berlinese è ufficialmente un patrimonio culturale immateriale. Così ha statuito l’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura in merito ad una candidatura che era stata avanzata da qualche anno in primis dall’associazione no-profit Rave The Planet.Insieme alla techno, entrano a far parte di questo nobile consesso teutonico l’alpinismo in Sassonia, la tradizione del canto di Finsterwalde, la corsa dei Perchten a Kirchseeon, il ricamo bianco di Schwalm ed il sidro di mele Viez.

“Le nuove inclusioni non soltanto illustrano la diversità regionale e la vasta gamma tematica della cultura vissuta in Germania, ma rappresentano anche un concetto culturale ampliato che si oppone alla ridicola separazione tra cultura alta e cultura popolare – ha affermato il Ministro di Stato per la Cultura Claudia Benedikta Roth – Da più di 30 anni la techno è un riferimento importante anche per molte persone che vengono a Berlino da tutta Europa e dal mondo intero. La cultura techno berlinese rappresenta da molti anni valori come la diversità, il rispetto e l’apertura al mondo. Che si tratti di sottocultura o di tecnica artigianale tradizionale, tutto ciò fa parte della ricchezza culturale del nostro paese, come dimostrano le nuove entrate nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale”.

Da adesso in avanti, il ruolo di Berlino e della techno in un ambito mondiale è ancora più importante e dimostra una volta di più come la musica elettronica sia un linguaggio universale in grado di unire le persone come pochi altri fattori al mondo. Una condizione che in Germania la techno si era già conquistata da anni, grazie ad eventi come la Love Parade e locali di culto assoluto come il Berghain. In alto i calici – o i boccali di birra, a ciascuno il suo – per questa meravigliosa notizia che arriva dall’UNESCO.

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